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Il Sutra del Cuore della Grande Saggezza che-va-oltre.
Iniziando ad analizzare il primo verso,
“Il Sutra del Cuore della Grande Saggezza che-va-oltre…”
deve subito sorgere in noi una domanda: “…della grande saggezza che-va-oltre?”.
Che va oltre che cosa?
Noi occidentali siamo soliti pensare che un ottimo maestro ed un ottimo insegnamento siano degli strumenti, che debbano essere in grado di fornirci buone risposte. Possibilmente rassicuranti.
Rassicuranti?
Domanda: Rassicuranti chi o che cosa?
Risposta: Le nostre aspettative.
Ma buon maestro è chi ci fornisce una verità confezionata, possibilmente rassicurante o chi ci fornisce gli strumenti per arrivare a comprenderla? Buon maestro è colui che ci fornisce delle risposte o colui che ci aiuta a formulare nuove domande?
Socrate docet.
A tal proposito mi vengono in mente le parole di un sufi, che alla domanda sul perché non spiegasse una delle criptiche storie formative della sua confraternita era solito rispondere: “Se voi mi domandaste un’arancia, vi piacerebbe che io ve ne dessi una che fosse già stata spremuta? Per nutrirvi dovete essere voi stessi a spremerla!”
Ma poiché a volte può essere piacevole trovare una spremuta d’arancia già pronta, ecco la mia versione a quel: “…che va oltre.”
Oltre che cosa?
L’abituale stato di coscienza nel quale siamo intrappolati.
Nel buddhismo questo stato di coscienza che in realtà è uno stato di incoscienza ha un nome ben preciso. Si chiama Avydia, ovvero Ignoranza.
Questa è la mia interpretazioni. Vedremo in seguito gli elementi che mi fanno propendere in questo senso.
Il Bodhisattva Avalokita
Chi è il bodhisattva Avalokita? Ma prima ancora di domandarci chi è il bodhisattva Avalokita, dovremmo domandarci: chi è un bodhisattva? Ed ancora. Un bodhisattva è un Buddha?
La risposta è no.
Un bodhisattva non è un Buddha.
Noi occidentali siamo soliti confondere i Buddha con i Bodhisattva. Un Buddha è un essere dotato di una consapevolezza oggettiva. Mentre un bodhisattva è un essere dotato di una consapevolezza soggettiva. Per essere più chiari: un Buddha è un essere dotato della consapevolezza del tutto. Mentre un bodhisattva è un essere consapevole di sé. Un essere dotato di una consapevolezza permanente di sé. Noi ci illudiamo di essere sempre consapevoli di noi stessi anche se, osservandoci attentamente possiamo comprendere che nella vita quotidiana compiamo la quasi totalità delle nostre azioni in maniera meccanica, senza che in esse vi sia la benché minima traccia di consapevolezza. Ci svegliamo in maniera meccanica, ci alziamo in maniera meccanica, ci laviamo in maniera meccanica, ci vestiamo in maniera meccanica…. Senza porre la minima attenzione al gesto che stiamo compiendo con il nostro corpo, la nostra mente vaga, impegnata in mille voli pindarici. Ci porta altrove, in luoghi distanti dal momento presente. Un bodhisattva è un essere che ha domato la sua mente. Non lascia che la sua attenzione vaghi in luoghi distanti, in tempi passati o futuri. Vive costantemente nel presente.
Chi è Avalokita?
Un bodhisattva che viene raffigurato con undici facce. Che indicano che l’ottenimento di tutti e dieci i livelli di consapevolezza di un bodhissattva. Dieci, come le sephirot della Kabbalah che rappresentano i dieci differenti livelli di coscienza propri dell’essere umano secondo la tradizione giudaica.
immerso nella profonda Saggezza che-va-oltre,
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