domenica 3 ottobre 2010

Commentario sul Sutra del Cuore Part VII


Perciò, nel vuoto, non ci sono
forma, sensazione, percezione, tendenza, coscienza;

Una volta entrati in contatto con il vuoto, avendo fatto il vuoto in noi stessi, ci accorgiamo della natura illusoria della forma, delle sensazioni, delle tendenze e della coscienza. Prendiamo consapevolezza di essere altro rispetto al nostro corpo, le nostre sensazioni, le nostre abitudini, la nostra coscienza. Chi ha avuto la fortuna, non dico di provare, ma di sfiorare tali stati di coscienza comprende benissimo le parole di Avalokita. Nelle quali torna a prendere spazio la questione dell’identificazione.

né occhio, orecchio, naso, lingua, corpo, mente;

Non siamo i nostri occhi, né le nostre orecchie, né il nostro naso, né la nostra lingua, né il nostro corpo, né la nostra mente. Non siamo i nostri organi di senso né la nostra mente.

né colore, suono, odore, sapore, contatto, idea.

Stiamo salendo di livello. Perché non siamo i nostri organi di senso, né tantomeno le sensazioni che derivano da essi. Non siamo colore, né suono, né odore, né sapore, né contatto, né idee.


Non c'è regno visivo, e così via fino alla coscienza mentale.
Siamo su un ottovolante e condotti da Avalokita continuiamo a salire. Si passa dalle sensazioni alle percezioni. Avalokita si rivolge a Shariputra, quindi salta alcuni passaggi. Ma poiché noi non siamo Shariputra mi sembra giusto riportare il concetto per esteso. Non c’è regno visivo, non c’è regno sonoro, né regno olfattivo, né regno gustativo, né regno tattile, né regno della coscienza mentale . Se non siamo il nostro corpo, né i nostri organi di senso, né le sensazioni e le percezioni mentali con le quali si identifica, perdendosi, la nostra attenzione, noi cosa siamo?

Per poter comprendere meglio questi versi e quelli successivi bisogna prima tornare a domandarci chi siano Shariputra e Avalokita?
La tradizione vuole che Shariputra si sedette a meditare ed entrò in un profondo stato di consapevolezza. E Avalokita trovandolo in quel profondo stato di quiete riuscì a mettersi in contatto con lui sussurrando le parole contenute in questo Sutra.
Valutando attentamente queste parole ci accorgiamo che Avalokita è una stato di coscienza. Shariputra e Avalokita sono la stessa persona. Avalokita è un’energia che si trova all’interno di Shariputra. Avalokita è il Buddha interiore di Shariputra. Utilizzando una terminologia Sufi sono due Io separati che si trovano all’interno di uno stesso individuo. Shariputra è un l’Io inferiore che entrando in contatto con l’Io superiore, che in fondo non è altro che il suo Dio interiore, si Illumina e comprende la natura essenziale di tutte le cose. Poniamo grande attenzione al fatto che per illuminarsi Shariputra non cerca nel mondo Esteriore, non va errando per il mondo ma scende dentro di Sé, ed in Sé stesso trova Avalokita.
In fondo è esattamente ciò che diceva Cristo: Sveglia (il che indica che forse, probabilmente, anche se non ce ne accorgiamo siamo addormentati), Il Regno dei Cieli è vicino.
C’è forse qualcosa di più vicino rispetto a noi stessi?
Esiste forse per noi qualcosa di più vicino della nostra interiorità? Di ciò che sta all’interno di noi?

Non c'è ignoranza, né la sua fine e così via
fino alla vecchiaia e morte, né la loro fine.

Ricordiamo che siamo nel vuoto. E osservando il mondo da questo stato di disidentificazione, che si trova al di fuori dal tempo, Avalokita comprende che non esiste l’ignoranza né la sua fine, né la vecchiaia, né la morte. Shariputra negando l’esistenza di coppie di opposti dimostra di essere andato al di là della dualità.

Non c'è sofferenza, né causa, né estinzione, né Sentiero.
Non c'è conoscenza, né ottenimento.

Riuscendo ad approdare al di là del Karma. Perché rimanendo nel vuoto, disidentificati dal nostro corpo, non proviamo sofferenza, né causa, né estinzione, né Sentiero. E che le nostre conoscenze sono transitorie e dunque inconsistenti e che non vi è nulla da ottenere. Non vi sono fini.

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