domenica 3 ottobre 2010

Commentario sul Sutra del Cuore Part VIII


Poiché nulla vi è da ottenere,
il bodhisattva saldo nella Saggezza che-va-oltre,
vive con la mente libera da ostacoli.

Non essendoci nulla da ottenere, non avendo alcun fine, il bodhisattva che è saldo nella saggezza che va oltre il mondo dei rumori e delle identificazioni vive con la mente libera da ostacoli. Benché noi non ce ne rendiamo conto la nostra mente è piena di ostacoli che prendono ora la forma dei pregiudizi, ora quella delle paure. E noi viviamo ingabbiati in una realtà limitata delle mura delle nostre credenze che limitano le nostre opportunità. Perché se crediamo fortemente che qualcosa non sia possibile da realizzare, finiamo per astenerci dal tentativo di realizzarla. Finiamo quindi per non realizzarla.


Senza ostacoli non ha timore,
abbandona per sempre le illusioni ed entra nel nirvana.

Ma un bodhisattva che non è ostacolato dai pregiudizi, non ha timore, ha abbandonato le illusioni ed è entrato nel nirvana.
Ho già spiegato come i pregiudizi ostacolano una corretta visione del mondo e limitano la nostra realizzazione. Adesso trovo giusto spendere qualche paura riguardo quel potentissimo freno alla nostra evoluzione che sono le paure. Siamo così dediti all’autolimitazione attraverso la paura da diventarne inconsapevoli. Limitiamo i nostri comportamenti perché abbiamo paura dell’opinioni degli altri, abbiamo paura di cambiare, abbiamo paura di perdere ciò che crediamo e sottolineo crediamo di possedere, paura di non essere amati, paura di non essere capiti, paura di non essere apprezzati. Abbiamo paura di questo, abbiamo paura di quello. Sprechiamo un sacco di energie mentali in paure inutili riguardanti avvenimenti spiacevoli che non si verificheranno mai. E a causa delle nostre paure, che in larghissima parte sono inutili e non giustificate, perdiamo moltissime opportunità.
Cristo nel Vangelo non perde occasione per ripetere: Non abbiate paura. Alla luce di quanto detto non dovremmo tenere in maggiore considerazione questo insegnamento e fare in modo di liberarci dalle nostre paure?
In questi versi inoltre l’autore del sutra evidenzia che prima di poter approdare al Nirvana il Bodhisattva deve abbandonare l’illusione.
Ma cos’è l’illusione?
Chi è un illuso?
Analizziamo attentamente il nome: illuso, inluso, inludo. Nel gioco. La vita non è in fondo un gioco di ruolo, una rappresentazione in cui ogni di noi gioca uno o più ruoli? E nel gioco le regole rappresentano l’essenza. E chi è l’illuso se non chi risulta così profondamente identificato con il gioco da non accorgersi di stare giocando?
Qui l’autore torna ad evidenziare per l’ennesima volta il tema dell’identificazione.
Nel mio romanzo Bonsai, il maestro Ken, uno maestro zen che vive come eremita all’interno di un bosco, alla domanda posta da Teo (protagonista del libro) sul perché non ci ricordiamo delle nostre esistenze passate risponde che ciò dipende dal fatto che noi uomini ci identifichiamo con tutto: vestiti, case, oggetti, con ogni sorta di possedimento ma soprattutto con i nostri pensieri e con il nostro corpo. Da parte mia concordo pienamente con l’autore del sutra riguardo all’importanza da lui data al tema dell’identificazione. Perché personalmente sono profondamente convinto che
l’identificazione sia l’asse centrale attorno a cui ruotano tutte le tragedie e tutta la sofferenza della specie umana.

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